La misura è volta a sostenere progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale di proprietà di soggetti privati e del terzo settore o a vario titolo da questi detenuti, per garantire che tale patrimonio sia preservato e messo a disposizione del pubblico.
Non sono ammissibili le operazioni riguardanti beni localizzati nei centri abitati
A titolo esemplificativo e non esaustivo rientrano tra le tipologie di patrimonio culturale rurale oggetto di intervento:
edifici rurali: manufatti destinati ad abitazione rurale o destinati ad attività funzionali all’agricoltura (ad esempio mulini ad acqua o a vento, frantoi), che abbiano o abbiano avuto un rapporto diretto o comunque connesso con l’attività agricola circostante e che non siano stati irreversibilmente alterati nell’impianto tipologico originario, nelle caratteristiche architettonico costruttive e nei materiali tradizionali impiegati;
strutture e/o opere rurali: i manufatti che connotano il legame organico con l’attività agricola di pertinenza (fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, pozzi, recinzioni e sistemi di contenimento dei terrazzamenti, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili);
elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali (ad esempio cappelle, chiese rurali, edicole votive), dei mestieri della tradizione connessi alla vita delle comunità rurali.
La domanda di finanziamento,
con l’avvenuto adempimento di versamento dell’imposta di bollo, firmata digitalmente dal legale rappresentante del soggetto proponente e completa di tutta la documentazione richiesta deve essere presentata,
entro il 20 maggio 2022, utilizzando esclusivamente l’applicativo informatico predisposto da Cassa depositi e prestiti S.p.A. e accessibile all’indirizzo https://www.regione.lazio.it/cittadini/cultura disponibile sul sito istituzionale della Regione Lazio